La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) ha rivolto un appello urgente al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, affinché venga prorogato il cosiddetto “scudo penale” per gli operatori sanitari, attualmente in scadenza il 31 dicembre 2025. La richiesta è contenuta in una lettera ufficiale firmata dal presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, indirizzata al titolare del dicastero della salute e volta a evitare un vuoto normativo che potrebbe gravare negativamente sia sui professionisti sia sul sistema sanitario nel suo complesso.

Il provvedimento in vigore – spiega la FNOMCeO – “prevede la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose, qualora il fatto sia stato commesso nell’esercizio di una professione sanitaria e in situazioni di grave carenza di personale sanitario”.

La richiesta di proroga nasce da una serie di criticità che, secondo Anelli, rendono necessario un intervento tempestivo. Tra queste, le gravi carenze di personale e risorse che continuano a pesare sulla gestione sanitaria, il crescente contenzioso penale a carico dei medici – con “conseguenti danni reputazionali e spese rilevanti per i sanitari” – e il rischio di un aumento della cosiddetta medicina difensiva, ossia comportamenti clinici improntati più alla tutela legale che all’efficacia terapeutica.

Secondo la FNOMCeO, infatti, “l’assenza di protezione adeguata potrebbe portare i medici a evitare attività a rischio di contenzioso, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica”. Questa considerazione sottolinea la preoccupazione per un possibile rallentamento o riduzione di servizi sanitari fondamentali, qualora i professionisti decidessero di adottare condotte più difensive per tutelarsi legalmente.

Il punto centrale dell’appello riguarda l’inclusione della proroga nel prossimo decreto Milleproroghe, che dovrà essere esaminato dal Consiglio dei Ministri. L’obiettivo è quello di estendere la durata dello scudo penale fino a quando la carenza di medici e le condizioni critiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non saranno significativamente mitigate.

Nel suo testo, Anelli invita a considerare le “particolari condizioni di lavoro derivanti dalla carenza di personale, nonché dalla scarsità dei mezzi a disposizione”, che secondo la FNOMCeO devono continuare a essere contemplate nel regime di responsabilità penale. In mancanza di un’estensione, il rischio sarebbe quello di riportare immediatamente i professionisti a un regime di responsabilità più rigido, con potenziali effetti negativi sulla qualità dei servizi e sulla serenità degli operatori.

La questione dello scudo penale si inserisce in un dibattito più ampio sulla responsabilità professionale dei sanitari che ha già visto iniziative normative in corso. Tra queste, il Consiglio dei Ministri aveva approvato uno schema di disegno di legge che prevede la punibilità solo nei casi di colpa grave, ma i tempi dell’iter parlamentare non garantiscono che tale misura possa essere operativa prima della scadenza della norma attuale.

La FNOMCeO, pur sottolineando la necessità di una revisione della disciplina sulla responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, ritiene fondamentale intervenire con un’estensione temporale dello scudo proprio per evitare l’insorgere di un vuoto normativo che potrebbe avere ripercussioni immediate e rilevanti sulla pratica clinica quotidiana.