FNOMCeO – attraverso la voce del suo presidente Filippo Anelli – lancia un appello forte e chiaro: è il momento di investire seriamente nella sanità pubblica e, in particolare, nei professionisti che ogni giorno la rendono possibile.
Secondo Anelli, la sanità non può essere considerata un costo da contenere, bensì un investimento strategico:

«Investire in sanità – spiega – conviene: non solo perché genera salute, ma anche perché è un volano per l’economia».

La FNOMCeO richiama l’attenzione sul fatto che non solo si tratta di garantire il diritto alla salute dei cittadini, ma anche di valorizzare chi quel diritto lo mette in pratica: medici, odontoiatri, e le altre figure professionali del SSN.

Le criticità del sistema

Nel comunicato vengono messe in evidenza alcune criticità che oggi condizionano il buon funzionamento del servizio sanitario nazionale (SSN). Innanzitutto, emerge un problema di attrattività: il SSN non riesce più ad attirare nuovi professionisti né tantomeno a trattenere quelli già in servizio.
Il dato citato indicato è rilevante: secondo dati del Censis, per ogni euro investito nella sanità si recuperano 1,84 euro. In altre parole, l’investimento produce un effetto moltiplicatore non solo in termini di salute, ma anche economici.
Il presidente Anelli sottolinea che gli italiani (otto su dieci) considerano i professionisti sanitari come “il cuore e il volto” del SSN, ovvero gli attori principali senza i quali la macchina sanitaria non reggerebbe, nemmeno nei momenti più drammatici come la pandemia o in presenza di fenomeni di sottofinanziamento.

Le richieste fondamentali

Alla luce di queste considerazioni, la FNOMCeO formula alcune richieste precise:

  • un aumento del Fondo sanitario nazionale (FSN), che venga destinato in modo vincolato (in parte) ai professionisti della sanità.
  • un miglioramento delle condizioni di lavoro per i professionisti: più dotazione, più personale, ambienti sanitari migliori – già a partire dal prossimo anno.
  • una politica attiva che corregga la tendenza al definanziamento o alla stagnazione della spesa sanitaria, puntando ad una visione di lungo termine.
  • un riconoscimento del valore economico e sociale dell’investimento in sanità, che si traduca in azioni concrete.

In termini più generali, Anelli afferma che «è il tempo di puntare sulla sanità e sui suoi professionisti, tenendo fede a quelle promesse di salute che informano il SSN sin dalla sua origine e che sono state rinnovate durante la pandemia».

Perché investire ora?

Il ragionamento alla base dell’appello della FNOMCeO è chiaro e ben motivato: non si tratta solo di “tenere in piedi” la sanità, ma di rilanciarla con strumenti adeguati, dando centralità a chi la gestisce ogni giorno.

  • La sanità è un pilastro del welfare e della coesione sociale: un sistema sanitario pubblico forte è fondamentale per la tutela del diritto alla salute.
  • L’investimento in sanità ha un ritorno economico: come citato, 1 euro speso può generare fino a 1,84 euro di valore.
  • La crisi delle professioni sanitarie – sia nella difficoltà a reclutare sia a trattenere – rappresenta un fattore di vulnerabilità per il sistema nel suo complesso.
  • Il contesto attuale – uscito dalla fase emergenziale della pandemia – rappresenta un’occasione per mettere in campo una svolta. Il momento è “adesso”, secondo la FNOMCeO.

Quali sono i “punti di svolta” attesi

Alla luce delle richieste, possiamo identificare alcuni passaggi chiave che il Governo e il Parlamento sono chiamati a sostenere nella manovra 2026:

  1. Incremento del Fondo sanitario nazionale: un aumento delle risorse complessive destinate al SSN, che possa contrastare la logica del “meno spesa” e favorire invece la modernizzazione e l’adeguamento alle nuove esigenze.
  2. Vincolo delle risorse a favore del personale: non basta più solo immettere fondi generici, occorre che una parte significativa sia destinata a potenziare e stabilizzare il personale sanitario, migliorare reclutamento, formazione, condizioni di lavoro.
  3. Miglioramento delle condizioni professionali: ambienti più sicuri, turni più gestibili, adeguamenti contrattuali e organizzativi che rendano la professione più attrattiva e sostenibile.
  4. Visione strategica di sistema: considerare la sanità come parte integrante dell’economia e della società, non come un mero costo. Ciò implica anche coinvolgere i professionisti nelle scelte e valorizzare il loro ruolo.